E’ comunemente definito “Giornalista di impresa”. Cosa fa, che differenze ci sono con un comune esperto di marketing o un community manager e perché sempre più organismi e realtà imprenditoriali lo scelgono
“I marchi dovranno sempre più essere gestiti come dei giornali”. Parole visionarie e quasi profetiche, pronunciate nel 2018 dal noto imprenditore e fondatore di Diesel Renzo Rosso. Perché, se da un lato l’informazione e il marketing tradizionali attraversano un periodo di crisi, lo stesso non si può dire di quelle figure professionali a cui le aziende e gli organismi affidano sempre più spesso la gestione di settori essenziali per trovare nuovi clienti, per consolidare la propria presenza online o per migliorare la propria web reputation.
Spesso si tratta di giornalisti che sono riusciti a trasferire le loro competenze nella creazione e gestione dei contenuti e il loro approccio da redattori editoriali fin dentro la gestione della comunicazione delle Aziende che curano.
Una vera innovazione, che nel giro di un decennio ha portato alla creazione di una nuova branchia del giornalismo: quella del Brand Journalism.
Ma cosa fa il Brand Journalist? Il giornalista esperto nella gestione di un marchio (comunemente definito “Giornalista d’impresa”) ha tutta una serie di competenze digitali, a cui si affiancano la capacità di gestire in maniera adeguata i rapporti con i media e di curare un ufficio stampa dedicato, oltre che le competenze necessarie per realizzare pubbliredazionali, reportage, interviste, storytelling.
Il Brand Journalist proviene inoltre dal mondo dell’informazione, ha lavorato o lavora per delle testate e ha, quindi, conoscenze certamente spendibili in ambito di pubbliche relazioni e nell’organizzazione e gestione di eventi.
Non solo: trattandosi di un/a giornalista, è iscritto/a a un ordine professionale e per questo conosce i criteri della deontologia e i principi etici che sono sottesi a essa. Sa, dunque, prevenire o gestire le situazioni di crisi online che possono presentarsi, ed è attento/a ai temi di attualità che possono interessare il Brand che cura. Tutta una serie di competenze aggiuntive rispetto a un esperto di marketing o a un community manager tradizionale.
Ecco perché molte aziende, anziché affidarsi a costose agenzie che gestiscono migliaia di clienti, spesso dedicando poco tempo a ognuno, preferiscono sfruttare le possibilità connesse al fatto di avere al proprio fianco un freelance o una freelance magari dotato/a di partita IVA e capace di gestire ogni situazione, apportando un valore aggiunto riconosciuto e orientato alla crescita del Brand. Per ricevere una consulenza gratuita su questo argomento clicca qui.